lunedì 9 giugno 2008

Giuseppe Ungaretti: vita, opere e ermetisimo

La vita
Nasce ad
Alessandria d'Egitto l'8 febbraio 1888 (ma venne denunciato all'anagrafe come nato il 10 febbraio, e festeggiò sempre il suo compleanno in quest'ultima data) da genitori di Lucca, che vi erano emigrati sia per motivi di lavoro sia per le loro idee anarchiche. Il padre, operaio allo scavo del Canale di Suez, morirà due anni dopo la nascita del poeta. La madre era fornaia. Può comunque fare gli studi superiori in una delle più prestigiose scuole di Alessandria. Nella prima giovinezza entra in contatto con le associazioni anarchiche e socialiste degli emigrati italiani. Legge Baudelaire, Leopardi e Nietzsche.
Alla morte del padre, avvenuta nel
1890 per un infortunio, la madre, Maria Lunardini, continuò a prendersi cura del forno riuscendo così a mantenere decorosamente il figlio che poté frequentare la École Suisse Jacot.
L'amore per la poesia nacque durante questi anni di scuola e si intensificò grazie alle amicizie che egli strinse nella città egiziana, ricca di stimoli.
Al
1906 risale l'incontro con Enrico Pea, suo conterraneo e da poco tempo emigrato in Egitto, che spinse il giovane Ungaretti a seguire tendenze di carattere anarchico e con il quale condivise l'esperienza della "Baracca Rossa".
In questi anni, attraverso la
rivista "Mercure", il giovane si avvicinò alla letteratura francese e, grazie all'abbonamento che aveva con la "Voce", alla letteratura italiana iniziando così a leggere le opere di Rimbaud, Mallarmé, Leopardi, Baudelaire e Nietzsche.
Nel
1912 Ungaretti, dopo un breve periodo trascorso al Cairo, lasciò l'Egitto e si trasferì a Parigi dove frequentò per due anni le lezioni, in particolare quelle di Bergson, di Bédier e di Strowschi, alla Sorbonne e al Collège de France.
Venuto a contatto con l'ambiente artistico internazionale conobbe
Apollinaire, con il quale strinse una solida amicizia, Giovanni Papini, Ardengo Soffici, Palazzeschi, Picasso, De Chirico, Modigliani e Braque. Invitato da Papini, Soffici e Palazzeschi iniziò la collaborazione alla rivista Lacerba sulla quale pubblicherà, nel 1915, le sue prime poesie.
In
Francia Ungaretti filtrò le precedenti esperienze, eliminandone le scorie. Dopo qualche pubblicazione su Lacerba, la guerra fu per Ungaretti il tempo della scoperta dell'umanità povera, dolente quotidiana. Tale esperienza si trova nel Porto Sepolto ed in Allegria di Naufragi che è il primo documento di una nuova poesia che, dopo D'Annunzio, ripartiva da zero, dalla parola nuda ed isolata.
Nel
1914 tornò in Italia dove partecipò alla campagna interventista e quando scoppiò la Prima guerra mondiale si arruolò volontario nel 19° reggimento di fanteria. Combatté sul Carso e in seguito a questa esperienza scrisse le poesie che, raccolte dall'amico Ettore Serra, saranno stampate in 80 copie presso la Tipografia di Udine nel 1916 con il titolo Il porto sepolto. Collaborava a quel tempo anche al giornale di trincea Sempre Avanti.
Nella primavera del
1918 il reggimento al quale apparteneva Ungaretti andò a combattere in Francia nella zona della Champagne e al termine della guerra il poeta rimase a Parigi dapprima come corrispondente del giornale fascista "Il Popolo d'Italia", e in seguito impiegato all'ufficio stampa dell'ambasciata italiana.
Nel
1919 venne stampata a Parigi la raccolta di poesie francesi La guerre che sarà inserita nella seconda raccolta di poesie Allegria di naufragi pubblicata a Firenze nello stesso anno e nel 1920 il poeta sposerà Jeanne Dupoix dalla quale avrà due figli, Ninon e Antonietto.
Nel
1921 si trasferì a Roma e collaborò all'Ufficio stampa del Ministero degli Esteri. Gli anni venti segnarono un cambiamento nella vita privata e culturale del poeta. Egli aderì pienamente al fascismo firmando il Manifesto degli intellettuali fascisti nel 1925 e nel 1928 ebbe una vera conversione religiosa.
In questi anni egli svolse una intensa attività su quotidiani e riviste francesi e italiane e compì diversi viaggi in
Italia e all'Estero per tenere alcune conferenze ottenendo vari riconoscimenti di carattere ufficiale. Furono questi anche gli anni della maturazione dell'opera Sentimento del tempo le cui prime pubblicazioni avvennero su "L'Italia letteraria" e "Commerce". Intanto nel 1923 venne ristampato Il porto sepolto a La Spezia con una prefazione di Benito Mussolini.
A partire dal
1931 ebbe l'incarico di inviato speciale per La Gazzetta del popolo e si recò in Egitto, in Corsica, in Olanda e nell'Italia meridionale raccogliendo così il frutto delle esperienze vissute in Il povero nella città che sarà pubblicato nel 1949 e Il deserto e dopo che vedrà la luce solamente nel 1961.
Nel
1933, con la pubblicazione della raccolta Il sentimento del tempo il poeta raggiunse il massimo della sua fama.
Nel
1936, durante un viaggio in Sud America venne invitato ad insegnare letteratura italiana presso l' Università di San Paolo del Brasile e decise così di trasferirsi con tutta la famiglia a San Paolo dove rimarrà fino al 1942 e dove nel 1939 morirà il figlio Antonietto, all'età di nove anni, per un'appendicite mal curata, lasciando il poeta in uno stato di grande dolore che si risentirà anche in molte delle poesie raccolte ne Il dolore del 1947 e in Un grido e paesaggi del 1952.
Nel
1942 Ungaretti ritornò in Italia e venne nominato Accademico d'Italia e per chiara fama professore di letteratura moderna e contemporanea presso l' Università di Roma, ruolo che mantenne fino al 1958 e poi - come "fuori ruolo" fino al 1965. Intorno alla sua cattedra si formarono alcuni intellettuali che in seguito si distinsero per importanti attività culturali e per notevoli carriere accademiche, come Leone Piccioni, Luigi Silori, Mario Petrucciani, Guido Barlozzini, Raffaello Brignetti, Ornella Sobrero, Elio Filippo Accrocca. In Italia si fece conoscere con le sue intense letture di poesie, che fecero scoprire la vocazione poetica a Elio Fiore.
Caduto il regime fascista, il poeta si adattò al nuovo clima del dopoguerra e venne sempre rispettato da tutti e, pur ritenendosi poeta ufficiale, fu sempre disponibile e attento ad accogliere i nuovi echi della letteratura nascente.
Pubblicò altre raccolte e volumi e si dedicò con entusiasmo a quei viaggi che gli davano modo di diffondere la sua poesia tenendo ovunque conferenze, letture delle sue poesie e ottenendo premi, come il "
Premio Montefeltro" nel 1960, il premio Etna-Taormina nel 1966 e il premio internazionale dell'Oklahoma, negli Stati Uniti, che gli costò un faticoso viaggio. Nel 1958 ricevette la cittadinanza di Cervia [1]. Nella notte tra il 31 dicembre 1969 e il 1°gennaio 1970 scrisse l'ultima poesia L'impietrito e il velluto pubblicata in una cartella litografica il giorno dell'ottantaduesimo compleanno del poeta. Morì a Milano nella notte tra il 1° e il 2 giugno. I funerali si svolsero a Roma, nella Chiesa di San Lorenzo fuori le Mura il 4 giugno. Non vi partecipò alcuna rappresentanza ufficiale del governo italiano.

Lo Stile
Lo stile è scarno, ermetico e sintetico poiché fa della parola il centro espressivo della poesia, un esempio è dato dalla poesia intitolata Mattino. La metrica è libera, non ci sono rime e il verso è spesso brevissimo. Tramite
analogie tra oggetti e sentimenti Ungaretti è capace di comunicare sinteticamente intuizioni altrimenti indecifrabili. Queste caratteristiche lo avvicinano molto ai poeti ermetici. Attraverso flash e frasi scomposte, Ungaretti riesce a descrivere un ambiente con parole che hanno un significato più profondo di quanto si possa superficialmente avvertire. Un esempio è la poesia Fratelli, nella quale il poeta descrive come i suoi compagni di trincea, ma anche i suoi nemici, siano per lui fratelli, dato che una cosa li accomuna, sono tutti uomini che subiscono e percepiscono allo stesso modo le atrocità portate dalla guerra.

Ermetismo
Durante il ventennio fascista si sviluppa il movimento ermetico dove si realizza un rinnovamento del linguaggio, che appare diverso e svincolato dagli schemi tradizionali della poesia. Il termine fu coniato dal critico letterario Francesco Flora, per indicare che si trattava di una poesia pura e fuori dagli schemi. Il compito della poesia ermetica era di portare alla luce l'essenza segreta del reale, scoprendo i lati più nascosti dell'animo umano e delle cose, testimoniando la sofferenza esistenziale. La poesia ermetica interpreta una condizione spirituale nuova e legata alle vicende storiche italiane(Prima guerra mondiale, dopoguerra, fascismo) ed esprime il disagio dell'uomo sui problemi della società. I temi più trattati sono: il senso di solitudine di un mondo ostile, l'angoscia che deriva dal non comprendere il significato della vita, l'impossibilità di stabilire un rapporto armonioso con l'universo e con le persone. La metrica tradizionale è superata, con il trionfo del verso libero, la punteggiatura talvolta viene abolita o ridotta al minimo. I poeti ricorrono all'uso della metafora, della sinestesia, dell'analogia per rendere carichi di significati i loro messaggi. I più importanti poeti ermetici italiani sono Giuseppe Ungaretti,Eugenio Montale,Salvatore Quasimodo.


"Rome et son histoire"
Nel
1969 Giuseppe Ungaretti ha fondato l'associazione "Rome et son histoire". Si tratta di un'associazione culturale a scopo non lucrativo, laica e apolitica che organizza visite guidate di Roma per i francofoni residenti o di passaggio nella città e che desiderano scoprire il suo patrimonio culturale e artistico.


Opere principali

Poesia
II Porto Sepolto, Stabilimento tipografico friulano, Udine, 1917;
Allegria di naufragi, Vallecchi, Firenze, 1919;
Il Porto Sepolto Stamperia Apuana, La Spezia, 1923;
L'Allegria, Preda, Milano, 1931;
Sentimento del Tempo, Vallecchi, Firenze, 1933;
La guerra, I edizione italiana, Milano, 1947;
Il Dolore, Milano, 1947;
Demiers Jours. 1919, Milano, 1947;
Gridasti: Soffoco..., Milano, 1950;
La Terra Promessa, Milano, 1950;
Un grido e Paesaggi, Milano, 1952;
Poesie disperse (1915-1927), Milano, 1959;
Il Taccuino del Vecchio, Milano, 1960;
Dialogo, Milano, 1968;
Vita d'un uomo. Tutte le poesie, Milano, 1969.

Prosa e saggistica
II povero nella città, Milano, 1949;
Il Deserto e dopo , Milano, 1961;
"Vita di un poeta. Giuseppe Ungaretti.", di Leone Piccioni, Rizzoli 1974.
Saggi e interventi, a cura di M. Diacono e L. Rebay, Milano, 1974;
Invenzione della poesia moderna, Lezioni brasiliane di letteratura (1937-1942) , a cura di P. Montefoschi, Napoli, 1984;
"Vita di Giuseppe Ungaretti", di Walter Mauro, Anemone Purpurea editrice, Roma, 2006;

Traduzioni
Traduzioni, Roma, 1936;
22 Sonetti di Shakespeare, Roma, 1944;
40 Sonetti di Shakespeare, Milano, 1946;
Da Góngora e da Mallarmé, Milano, 1948;
Fedra di Jean Racine, Milano, 1950;
Visioni di William Blake, Milano,1965.

Epistolari
Lettere a Soffici, 1917/1930, Napoli, 1983;
Lettere a Enrico Pea, Milano, 1984;
Carteggio 1931/1962, Milano, 1984;
Lettere a Giovanni Papini 1915-1948, Milano, 1988.

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